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Immagine del redattoreAndrea Pozzi

Tra i vincitori del GDT European Wildlife Photographer of the Year 2021

È un onore per me essere fra i vincitori del GDT European Wildlife Photographer of the Year 2021, conosciuto come uno dei concorsi di fotografia naturalistica più prestigiosi al mondo. A essere premiato (come Highly Commended nella categoria "Other animals") è un soggetto che aveva già catturato l'attenzione in altri contesti internazionali e che con questo nuovo riconoscimento suggella l'unicità di quel momento vissuto, che sembra parlare di eternità. Ringrazio l'autorevole giuria, tra cui spicca il nome di Jim Brandenburg, regista ambientalista e vera e propria leggenda della fotografia naturalistica. Qui sotto un mio pensiero.

Lago Baikal, Siberia 2019 (con me ci sono i miei genitori e il vero valore di quest'immagine risiede in questo) "Dopo giorni di cammino su quel ghiaccio lucido, muoversi è ormai diventata cosa agevole. Non mi riesce di alzare lo sguardo, rapito come sono dalle ragnatele che questa natura ostile si è divertita a disegnare nelle profondità blu del lago.

Ed ecco che, come un insetto intrappolato nell’ambra, mi si materializza un’immagine che mai avrei pensato di poter testimoniare: mi ritrovo a fotografare una fotografia!

Infatti è stata proprio la natura a fermare quell’incredibile momento per raccontarmi un qualcosa di crudo ed estremamente raro.

La storia del Lago Baikal è chiaramente racchiusa sotto i miei piedi: è inizio inverno nella lontana Siberia, le temperature sono in picchiata e il lago più profondo che esista è irrequieto. I venti spaventosi cominciano a dipingere le scogliere e le isole sparse qua e là con pennellate glaciali di un azzurro a volte intenso, altre volte opalino. Fa sempre più freddo e le acque cominciano a immobilizzarsi mentre le creature del lago si preparano a un lungo periodo sotto uno spesso strato di vetro.

Non questo piccolo pesce però, che per colpa di un’ingenuità fa capolino nel momento sbagliato e rimane intrappolato, inerme. Non importa quanto cerchi di dimenarsi, l’infausto inverno siberiano lo condanna.

Fissando quella creatura mi sembra di poter percepire lo sguardo impaurito dell’umanità e l’impotenza dinnanzi a un qualcosa di immensamente più grande e fuori controllo.

La primavera arriverà, inesorabile, e quel pesce tornerà finalmente a farsi cullare dalle correnti del suo amato lago, per l’eternità".


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