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Nelle terre dell'oro bianco: il litio.

Aggiornamento: 26 lug

Ho avuto la fortuna di visitare e fotografare gli straordinari paesaggi della Puna argentina per la prima volta nel 2019, nel mese di maggio. Ricordo ancora il senso di sbigottimento dinnanzi a paesaggi che mai e poi mai avrei ipotizzato potessero esistere.

Una vera e propria spedizione a un’altitudine media di 3500mt, con straordinarie escursioni anche sopra i 5000mt, fino a toccare il cielo.

La frase che ripetevo a tutti, una volta rientrato dal mio primo viaggio, era la seguente: un’avventura nella Puna ridisegna la tua concezione di spazio e tempo, ed è quello che continuo a ripetere a voi ragazzi ogni anno, quando torniamo ad esplorare assieme l’altiplano.

Decine di vulcani provano a delimitare un’area che sembrerebbe infinita. Grandi distese abitate da vigogne, lagune di tutte i colori punteggiate da diverse specie di fenicottero. Formazioni geologiche surreali, con forme che sembrerebbero essere state partorite dalla mente di un bambino.

E poi i colori, una gamma cromatica che dipinge nella tua memoria sfumature celestiali.


Sono tornato molte volte in queste aree negli anni, l’ultima volta lo scorso aprile. È sempre diverso, sempre altamente emozionante, devo ammettere che non ci si abitua mai. Ormai ho coltivato amicizie, vengo sempre accolto dalle piccole comunità come uno della famiglia, mi sento in un certo senso a casa quando mi addormento sotto il cielo stellato più incredibile che si possa immaginare.

Qui l’inquinamento luminoso è nullo, l’inquinamento acustico pure e sembra davvero di trovarsi in un pianeta sconosciuto, completamente fuori dal mondo e dal tempo.


(Qui sopra vedete solo una piccola parte di quello che significa viaggiare nella Puna argentina.

Ci torneremo il prossimo marzo/aprile: PUNA ARGENTINA).


C’è però un aspetto di cui vorrei parlarvi oggi, una minaccia che da qualche anno sta incombendo su queste terre in gran parte incontaminate. Ebbene, l'area della Puna catamarqueña (ossia della provincia di Catamarca) è situata all'interno dell’ormai famoso “triangolo del litio”, che comprende Argentina, Cile e Bolivia. Si tratta di una delle principali aree estrattive al mondo e negli ultimi tempi le miniere presenti nell’area sono al centro di profonde controversie.


Uno dei punti chiave dei photo tour che proponiamo ogni anno nell’area è il piccolo villaggio di El Peñón, situato a circa 3400 metri d’altitudine e a centinaia di chilometri dalla prima grande città.

El Peñón è circondata da paesaggi impressionanti, forse impossibili da descrivere, sia a parole che con la fotografia. Un tipo di esperienza che auguro a tutti di vivere, almeno una volta nella vita.

Il Campo di Pietra Pomice è un labirinto di roccia di una vastità quasi inconcepibile. A poca distanza troviamo invece dune bianche che ci trasportano su altri mondi lontani…e poi coni vulcanici perfetti, distese di lava eredità di recenti eruzioni vulcaniche e impressionanti lagune, che con la luce dell’alba si trasformano in uno spettacolo di colori assolutamente surreale.

E proprio alcune di queste lagune, ahinoi, contengono la principale risorsa per la transizione energetica del futuro, ossia il litio (chiamato anche oro bianco). 

Attorno a questi paesaggi ultraterreni, sono in funzione per molte ore al giorno le miniere cinesi, canadesi e americane, con l’obiettivo di sondare il terreno per poi estrarre in profondità questo metallo chiave che è ormai alla base di moltissimi di prodotti oggi richiesti sul pianeta (dalle batterie delle auto sino alle componenti elettroniche, chip e così via).

Le controversie nate sul tema derivano dal fatto che una metà della popolazione vorrebbe che le grandi multinazionali se ne andassero subito, mentre l’altra metà vede questa invasione straniera come un’opportunità  per un lavoro “sicuro” e stabile. Mi raccontava la nostra guida, nonché carissimo amico, che negli anni le poche persone che si dedicavano al turismo nazionale e internazionale, hanno preferito abbandonare la loro occupazione a favore di turni sfiancanti in miniera, per un’entrata economica più certa e costante (la pandemia ha poi accentuato questa tendenza!).

Come spesso capita le grosse multinazionali fanno i propri comodi, assecondati in questo caso da uno dei governi più instabili e corrotti dell’intero globo (purtroppo l’Argentina è stata sul punto di collassare più e più volte, con numerose bancarotte avvenute negli ultimi decenni!). Costruiscono momentanee infrastrutture per facilitare le estrazioni, si espandono e aprono nuovi pozzi, tralasciando completamente le esigenze di una comunità che si trova spesso in rivolta.

Non è raro trovare i pueblos in strada, con l’obiettivo di bloccare le arterie stradali, impedendo ai camion di raggiungere le remote miniere d’alta quota.

È successo anche pochi mesi fa quando rimanemmo bloccati per un’ora attendendo che il blocco stradale venisse attenzionato dalle autorità locali.

Cartelli che inneggiano alla chiusura delle miniere e scritte su edifici abbandonati ricordano come queste operazioni stiano alterando per sempre non solo la natura ma anche la vita dei pacifici popoli delle montagne locali.

Si parla di inquinamento chimico, le falde acquifere vengono spesso contaminate e l’acqua potabile a disposizione degli abitanti viene sottratta per essere utilizzata nelle miniere!

“Verguenza!” - urla il popolo.


Un’altra parte della popolazione invece appoggia questa nuova opportunità di lavoro, quando magari si fa più fatica ad arrivare a fine mese…

Tutela ambientale, turismo, risorse minerarie (non viene estratto solo litio nelle vaste distese dell'altipiano, bensì oro, zolfo, argento, zinco ecc), transizione ecologica (o mero arricchimento?). 

Mi sembra chiaro che il potere delle multinazionali continuerà a schiacciare il piccolo popolo che fino a pochi decenni fa viveva indisturbato nelle distese selvagge. Si sta facendo spazio per una nuova epoca che stravolgerà il fragile ecosistema dell’altiplano andino così con i suoi abitanti.

La Puna non è parco nazionale, non è patrimonio dall’UNESCO (solo candidata) o della Biosfera, a differenza di altre straordinarie aree del Sud America. Non si riesce davvero a capire il perché…o meglio, forse è fin troppo chiaro.

Un delicato equilibrio rischia di andare in frantumi. Chissà per quanti anni ancora avremo il privilegio di ammirare le molteplici bellezze naturali (e per quasi la sua totalità incontaminate) che questo spicchio di mondo sa offrire...

Mi auguro per sempre!


Andre

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