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La cattedrale di cristallo

Il colore dei ghiacci era una delle cose che mi aveva colpito maggiormente durante il mio primo lungo viaggio in Patagonia nel lontano 2009. Ricordo ancora l'ammirazione davanti a quelle sfumature che dall'azzurro passavano al blu intenso, in continua mutazione in base all'ora del giorno e all'incidenza della luce.


Ma perché il ghiaccio aveva, e ha, queste incredibili tonalità?


Facciamo un piccolo passo indietro.

Qui sotto trovate, in maniera piuttosto sintetica, qualche nozione scientifica ( Fonte: Woods hole oceanographic institution ). Varrà la pena leggere per comprendere meglio che cosa accade fisicamente, accettando infine che il colore del ghiacciaio nella foto qui sotto non sia finzione! :D

Quando la luce del sole splende su una distesa di neve riflette un bianco brillante, persino accecante. Se invece si osserva attentamente il fronte di un ghiacciaio, scopriremo che il ghiaccio al suo interno è di un blu intenso. I punti in cui il ghiaccio si spacca a tratti sembrano quasi turchesi!

Come sapete la luce solare comprende tutti i colori dell'arcobaleno, dal rosso al viola.

La luce viaggia in un'onda e ciascuno di questi colori ha la propria lunghezza d'onda. Questa è la distanza dalla sommità di un'onda alla sommità di quella successiva. Quando la luce bianca viaggia attraverso le gocce d'acqua, queste piegano la luce, creando un arcobaleno. Ogni lunghezza d'onda crea la propria banda di colore. Il rosso ha la lunghezza d'onda più lunga e le lunghezze d'onda si accorciano man mano che ci si muove attraverso l'arcobaleno, con il viola come il più corto di tutti i colori visibili della luce.

Vediamo il colore quando la luce si riflette sulla superficie di un oggetto e alcune lunghezze d'onda della luce possono essere assorbite dall'oggetto stesso.

La neve bianca riflette tutti i colori della luce. Una maglietta nera, ad esempio, assorbe tutte le lunghezze d’onda della luce. Le foglie verdi invece assorbono tutto tranne il verde che arriva ai nostri occhi.

Uno dei motivi per cui la neve è così riflettente è perché c'è tanta aria intrappolata tra i suoi fiocchi.

Le bolle d'aria diffondono tutte le lunghezze d'onda della luce, facendo apparire la neve di un bianco brillante. Lo stesso vale per il ghiaccio appena formato, che intrappola anche le bolle d’aria.

Il discorso è invece molto diverso se parliamo di ghiacciai antichi!

Per lunghissimi periodi di tempo, il ghiaccio dei ghiacciai rimane infatti sepolto sotto strati più recenti di ghiaccio e neve. Questi strati pesanti contribuiscono all'espulsione dell'aria dagli strati presenti più in profondità e questo processo non solo rimuove gran parte dell'aria, ma fa anche sì che il ghiaccio formi cristalli grandi e densi. Quando la luce colpisce questi cristalli, gli stessi assorbono lunghe lunghezze d'onda della luce. Allo stesso tempo, diffondono la luce blu a onde corte, facendo apparire il ghiaccio di quel colore. Se ci troviamo di fronte ad azzurri e blu intensi significa semplicemente che stiamo ammirando gli strati più profondi di ghiaccio! Ciò accade spesso nella parte anteriore di un ghiacciaio, dove il ghiaccio per via del movimento dello stesso e dell'erosione, può fratturarsi con crolli spettacolari.


La foto

Ogni anno, quando ci troviamo a solcare le acque del Lago Grey, uno dei magnifici laghi che costellano il Parque Nacional Torres del Paine, abbiamo il privilegio di avvicinarci all'impressionante fronte dell'omonimo ghiacciaio: il Glaciar Grey.

Scegliamo la navigazione del primo pomeriggio siccome la luce alta del sole, a dispetto di ciò che si può immaginare, è ottimale per poter fotografare il ghiaccio al meglio (oltretutto in carenza di luce - alba/tramonto - sarebbe perlomeno proibitivo scattare a mano libera da un'imbarcazione in movimento).

A volta la luce che in gergo fotografico definiamo "dura", può essere una nostra alleata.

Una navigazione di tre ore è un'attività di per sé piacevole: il paesaggio muta in continuazione, le montagne sovrastate da calotte di ghiaccio si trasformano con il movimento della barca, i condor volano alti in cerchio e l'aria frizzante dell'autunno patagonico è pura energia.

Non è necessario immortalare ogni scorcio, è molto più importante godersi ogni momento perché un viaggio ai confini del mondo è un qualcosa di prezioso.


Preziosa può essere anche una foto, certamente. Soprattutto se deriva da un'intuizione e da un'attenta lettura del paesaggio e delle possibilità che la luce ci offre.

Come sempre ripeto ai ragazzi, l'idea sta alla base della riuscita di un'immagine, così come la tecnica applicata a quell'idea.


La luce nella fattispecie era molto forte, c'era un contrasto con le ombre marcatissimo, a tratti si faceva fatica a tenere gli occhi aperti. Il fronte del Glaciar Grey si snodava per diversi chilometri fra rocce molto scure, a volte quasi nero puro.

Anche la prospettiva del fronte del ghiacciaio cambiava radicalmente se lo si osserva in maniera frontale oppure laterale.

Nel 2009, scrutando per la prima volta uno dei ghiacciai più impressionanti dell'intera Patagonia, ossia lo Spegazzini, rimasi sconvolto nel notare le guglie di ghiaccio che si stagliavano contro la roccia.

Nel 2023, con una consapevolezza artistica diversa e con mezzi tecnici ben diversi, mi sono proiettato a quei momenti...e con un senso di déjà vu ho provato a rendere concreta quella visione di tanti anni fa: eccola, la cattedrale di cristallo prendere vita!


Inutile dire che una gestione ottimale sul campo, specialmente con immagini di questo tipo, è cruciale. La mia scelta è stata quella di sottoesporre notevolmente l'immagine per poi poter lavorare principalmente sui colori del ghiaccio. Sottoesponendo on camera ho voluto dare l'impressione di essere di fronte a una "foto da studio", più che naturalistica, focalizzando l'attenzione sulle forme e i colori della massa di ghiaccio, a sfavore delle rocce che, pur affascianti, a quell'ora del giorno non valorizzavano la scena ma al contrario stridevano, fotograficamente parlando, con la bellezza e lo stupore provocati dal fronte di ghiaccio azzurro/blu.

La prospettiva laterale era semplicemente perfetta. Servivano una raffica di immagini e un tempo brevissimo per bloccare il momento esatto...ed ecco che il fronte del ghiacciaio si trova a sbucare fra le rocce scure. In fondo si fotografa la luce, no?


Per i più tecnici e curiosi ecco qualche dato:

  • Fotocamera: Canon 5D MKIV

  • Obiettivo: 100-400mm f/4 @ 400mm

  • Tempo di scatto: 1/1600, raffica

  • Diaframma: f/13

  • Sensibilità ISO: 640

  • Mano libera

Il programma per il prossimo viaggio ai confini del mondo è in arrivo prossimamente, non perdetevi nessun aggiornamento: TUTTI I VIAGGI Un abbraccio e a presto,

Andre

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