Sembra passata un'eternità eppure era solo il 2019.
La pandemia ha spaccato in due il corso delle nostre vite, provocando forte dolore ma regalando anche preziosi insegnamenti.
Il Lago Baikal è uno dei miei luoghi del cuore, anche per il fatto che ho avuto la fortuna di esplorarlo per la prima volta con i miei genitori. Allora il covid era ancora un qualcosa di inimmaginabile per tutti noi e la guerra fra Russia e Ucraina era forse poco più di un'ipotesi.
Il mondo è cambiato e la libertà di esplorarlo è in pericolo. I ricordi però non ce li potrà levare nessuno...
Da anni sognavo di poter raggiungere il lago più profondo della terra, nel cuore del continente (viste le sue dimensioni mi sento di chiamarlo così!) siberiano. Il Lago Baikal è immenso, si estende su una superficie di quasi 32.000 km², che ne fa uno dei maggiori laghi al mondo per superficie. Ha una lunghezza di 636 km da nord a sud ed è il secondo al mondo per lunghezza dopo il lago Tanganica, nell'Africa orientale.
Le storie e le leggende legate allo sciamanesimo, la lontananza geografica e il senso di isolamento sono state ragioni sufficienti per voler coinvolgere anche i miei genitori in questa esperienza unica ed irripetibile.
E allora, nel febbraio/marzo 2019, eccoci su un volo Milano-Mosca-Irkutsk!
Dopo una piacevole tappa di qualche giorno nell'affasciante capitale russa, il Baikal ci accolse con il suo silenzio mistico, circondato da montagne e foreste che parevano scolpite dal vento e dal tempo.
I grandi spazi, il gelo, i camini fumanti delle vecchie abitazioni in legno, rendevano l'ambiente così siberiano e fiabesco. La sensazione di trovarsi in mezzo al nulla era palpabile!
Durante il mese di gennaio le temperature sul Lago Baikal possono essere estremamente rigide e scendere sotto i -30°C. Le condizioni si fanno ancor più estreme quando i venti devastanti che soffiano sopra la taiga raggiungono la superficie ghiacciata del lago, pulendola dalla (poca) neve e spazzandola come farebbe un'immensa scopa di saggina! Questo processo regala ai fortunati visitatori una serie senza fine di vere e proprie opere d'arte naturali!
Infatti, lo spesso strato di ghiaccio che ricopre il lago (con uno spessore che può raggiungere il metro e mezzo e che può reggere anche il peso di un camion!) si trasforma in un microcosmo fatto di crepe, bolle e disegni che vanno dall'azzurro chiaro, al verde acqua, al blu intenso!
Camminare sopra il lago scricchiolante è un'esperienza impossibile da descrivere e vale il viaggio stesso! I rumori che si avvertono, la tensione che piano piano si trasforma in gioia e adrenalina...è un qualcosa che porterò per sempre con me. Amavo sdraiarmi appoggiando l'orecchio sul ghiaccio per sentire la voce profonda del lago, così come salire su un pezzettone di ghiaccio e farmi spingere come se mi trovassi su una slitta! Ricordo di aver passato lunghi momenti ad ammirare le crepe che si creavano sotto i miei piedi in maniera inquietante...mentre, una volta indossato un paio di pattini, ho potuto avvertire l'estrema libertà di scivolare sul lago più profondo della Terra!
Il primo sguardo verso quello sterminato deserto di ghiaccio ci lasciò a bocca aperta e il pensiero di dover trascorrere i seguenti venti giorni in quell'area remota della Siberia ci elettrizzava.
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Il Baikal è molto più di un semplice lago: è il lago più antico e profondo del mondo, con oltre 25 milioni di anni e una profondità che sfiora i 1.700 metri. 1.700 metri!
Ma non sono solo queste statistiche a renderlo speciale. L’acqua cristallina, con una trasparenza assolutamente eccezionale, ospita un ecosistema unico al mondo: dalle foche di acqua dolce (che prendono il nome di nerpe), fino all’endemico pesce omul, che per secoli è stato alla base del sostentamento per le popolazioni indigene. Pensate che anche al giorno d'oggi i pescatori locali sono soliti montare delle tende sul lago, trascorrendo le gelide notti pescando, dopo aver accuratamente perforato la superficie del lago.
Durante quei giorni, dopo aver attraversato vari villaggi della Siberia e aver raggiunto le sponde del lago, avevamo come la percezione che il tempo si fosse fermato.
Le persone vivevano ancora in umili e piccole case di legno colorato, riscaldate da stufe per difendersi dal gelido inverno.
Alexey, il nostro amico siberiano, così come altri abitanti dell'area, ci parlavano spesso della Buryatia, la regione vicina (nell'area di etnia asiatica/mongola del Lago Baikal) nota per la sua tradizione sciamanica e la profonda spiritualità dei suoi abitanti.
Fu durante una delle ultime notti al Lago Baikal che Alexey ci propose di trascorrere una notte in una tradizionale dacia, una piccola casetta di legno nel mezzo della foresta, lontana da ogni traccia di modernità. Un rifugio rustico, semplice, privo di elettricità e riscaldamento centralizzato, ma proprio per questo sembrava prometterci un'esperienza autentica e avventurosa, come mai avevamo vissuto prima in compagnia.
Il trasferimento tra le strade accidentate aveva messo a dura prova la pazienza di mia madre, poco avvezza a stare a bordo di un veicolo cigolante quando ci si avventura in strade non molto promettenti...(nel video qui sotto ne avete un piccolo assaggio).
Ricordo ancora la nostra emozione quando l'autista dello sgangherato ma assolutamente efficiente UAZ-452 ci lasciò davanti alla porta di legno della dacia, sotto un cielo ormai privo di luce.
All’interno, l’aria profumava di legno appena tagliato e di terra umida, con un leggero aroma di tè alle erbe, lasciato dai precedenti viandanti. Una stufa a legna era la nostra unica fonte di calore, il bagno si trovava all'esterno e vi lascio immaginare che cosa significasse uscire a fare i bisogni con le temperature rigide dell'inverno siberiano!
Eppure nessuno si lamentava, trovarci lì in mezzo al nulla sembrava essere la cosa più naturale per tutti noi, così come era naturale da bambino trascorrere qualche nottata in auto durante le nostre scorribande in giro per l'Europa! Dopo un ottimo tè caldo ci preparammo a vivere una notte che sarebbe rimasta per sempre nei nostri ricordi.
La dacia si riempì rapidamente di un calore piacevole e accogliente, mentre fuori la foresta ci abbracciava con il suo silenzio profondo e impenetrabile. Le candele sparse qua e là per la stanza proiettavano luci danzanti, disegnando figure che sembravano vive e in movimento.
Ci trovavamo in un luogo di leggende di spiriti della foresta, di sciamani che dialogavano con gli animali e con tutti gli elementi della natura, di anime viaggiatrici che si rifugiavano nei boschi.
Con il silenzio della dacia pareva quasi che i personaggi prendessero forma, nascosti tra gli alberi e pronti a osservare noi, viaggiatori stranieri in cerca di risposte.
Al risveglio, il sole filtrava timidamente dalle finestre, e una luce dorata illuminava debolmente ogni angolo della dacia. Fu un risveglio sereno e rigenerante, uno di quelli che ti fanno sentire profondamente connesso con ciò che ti circonda.
Uscimmo dalla casetta e, osservando il bosco intorno a noi, capimmo che quella notte ci aveva legati alla Siberia in modo ancora più profondo, come se il lago, le foreste e le montagne ci avessero accolto e accettato come parte di loro, anche solo per un istante.
L'esperienza sul Lago Baikal ha avuto un'importanza cruciale, durante la transizione verso la vera età adulta (avevo 34 anni allora) e capii una cosa essenziale: la condivisione è tutto e trascorrere dei momenti con i propri cari è la cosa più preziosa che abbiamo.
Troppo spesso nella vita si tende a rimandare, a ingigantire i problemi oppure a crearne quando non ve ne sono.
Ma la vita è una ed è preziosa, la vita è ora! Non possiamo vivere di rimpianti e allora se abbiamo un sogno, se vogliamo realizzarlo o aiutare una persona a farlo dobbiamo agire, adesso!
A volte bastano piccoli sacrifici, a volte i sacrifici sono più grandi...ma il valore di quello che otterremo in cambio non è possibile da stimare.
Mi auguro di avere ancora modo di poter condividere attimi unici con i miei famigliari e li ringrazio per avere accettato la proposta di unirsi a me in quest'avventura indimenticabile!
Sono fiducioso di poter tornare in Siberia in tempi piuttosto brevi, nonostante la situazione geopolitica poco rassicurante. Il Lago Baikal è così lontano, non solo geograficamente ma anche culturalmente...e spero che per questo motivo possa essere preservato e possa rimanere un'oasi di pace e spiritualità per chiunque volesse visitarlo.
P.s. per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento Baikal, consiglio caldamente la lettura del seguente libro: Nelle foreste siberiane di Sylvain Tesson
Life is beautiful!
A presto e un abbraccio,
Andre
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