Nel febbraio 2023 ho avuto il privilegio di sbarcare per la prima volta nel continente bianco: l'Antartide.
A volte nella vita non si osa sognare troppo, certe cose sembrano semplicemente fuori dalla nostra portata, per diversi motivi. L'Antartide rappresentava uno di quei sogni lasciati lì, accantonati. L'obiettivo di vita rimaneva sempre e comunque quello di viaggiare in tutto il mondo e poi chissà, forse un giorno il destino mi avrebbe portato anche in quei luoghi così famigerati e remoti.
A soli 38 anni invece è successo e mi è difficile trovare le parole per descrivere il senso di gratitudine provato in quei momenti.
La cosa che più mi ha impressionato laggiù sono state le montagne ricoperte da ghiacciai e da una spessissima coltre di neve, che sorgevano come miraggi all'orizzonte. Qua e là qualche enorme iceberg preannunciava l'inizio di un'esplorazione emozionante, sulle tracce del mio eroe di sempre: il capitano Ernest Shackleton!
La storia dell'avventuriero di origini irlandesi è sempre stata un riferimento per me, una storia di visione, resistenza, perseveranza, indicibile forza e direi genialità. Oggi non vi racconterò della sua più epica avventura nel mari del sud (avrò l'immenso piacere di farlo durante una serata di condivisione prossimamente) ma per contestualizzare la 'suggestione del mese' è doveroso inquadrare seppur in maniera super sintetica il personaggio, il periodo storico, con un accenno alla sua incredibile missione.
Ernest Shackleton, esploratore britannico, guidò la spedizione Endurance nel 1914 con l'obiettivo di essere il primo ad attraversare integralmente l'Antartide a piedi, dal Mare di Weddell al Mare di Ross, passando dal polo sud. La nave tuttavia rimase intrappolata nei ghiacci e successivamente affondò, costringendo l'equipaggio a un'incredibile lotta per la sopravvivenza. Shackleton e alcuni dei suoi uomini attraversarono lo stretto di Drake, noto per le sue onde assassine, su una scialuppa di salvataggio in cerca di aiuto.
Grazie al suo proverbiale coraggio e alla sua indiscussa leadership, dopo mille peripezie e imprese fisiche, Shackleton riuscì non si sa come a salvare tutti i suoi uomini, navigando per migliaia di chilometri nei tumultuosi mari dell'estremo sud del mondo.
La suggestione di trovarmi sulle tracce del mio eroe ha fatto tanto dal punto di vista emotivo. Isolarmi sul ponte della nave ascoltando il rumore delle onde è stato come tornare indietro nel tempo, con il potere di farmi immedesimare in quell'impresa non riuscita...ma che si sarebbe trasformata nella storia di sopravvivenza più incredibile di sempre.
Antartide, Georgia del Sud, nomi che risuonavano nella mia testa sin da quando ero un ragazzino.
Ci troviamo a navigare al tramonto lungo la magnifica costa della penisola antartica. A un certo punto in lontananza appare la sagoma di un veliero che ancor oggi devo capire se fosse reale o semplicemente frutto della mia fervida immaginazione. Il fatto che il sensore della fotocamera lo abbia impresso, mi conferma l'inequivocabile realtà di quei momenti surreali!
È il 2023 ma è come se fossi tornato all'inizio del secolo scorso. Shackleton è laggiù, pieno di sogni e speranze con il suo coraggioso equipaggio. Si trovano a bordo dell'Endurance, pronti ad affrontare la più grande impresa di sempre: realtà e sogno di mescolano e il "fantasma di Shackleton" rimarrà per tutta la mia vita scolpito nel cuore.
Grazie!
La foto
Ingredienti:
le acque scure dell'oceano del sud
le montagne innevate antartiche
le nuvole drammatiche che sembrano ghermire i monti
un veliero fantasma sullo sfondo
la luce calda e radente che lo mette in evidenza
Ingredienti che non sono serviti a ricavare la torta più succulenta della vita ma che mi hanno regalato una visione che vale più di qualsiasi immagine o portfolio, perché essa rappresenta il motivo per cui amavo, amo e amerò il remoto continente bianco, la Terra Australis che non osavo sognare di raggiungere...
Per i più tecnici e curiosi ecco qualche dato:
Fotocamera: Canon 5D MKIV
Obiettivo: 100-400mm f/4 @ 400mm
Tempo di scatto: 1/320"
Diaframma: f/8
Sensibilità ISO: 400
Mano libera, stabilizzatore
Un abbraccio a tutti voi e alla prossima storia,
Andre
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