Ognuno di noi, nella vita quotidiana, così come nelle forme d’arte alle quali ci approcciamo, passa attraverso diverse fasi. Ricerca espressiva e ricerca di sé stessi tramite un mezzo: una fotocamera, un pennello, uno strumento musicale e così via. Ho trascorso qualche mese della mia vita in Patagonia e, con la dovuta lentezza, sento che piano piano le peculiarità del luogo cominciano ad emergere. Quando esploriamo un territorio è essenziale essere in grado di guardare oltre, levando qualsiasi sorta di paraocchi per scoprire che al di fuori dell’idea comune un luogo è in grado di stupire non solo per i suoi paesaggi più conosciuti o impressionanti, bensì per i lati più nascosti, intimi, che si manifestano solo al più attento osservatore. Avere un focus in fotografia è senza dubbio importante, ma ancora più importante è mantenere lo sguardo vigile, unito agli altri quattro sensi. Siamo esseri umani, siamo parte della Natura e per sentirla pulsare dobbiamo diventare un tutt'uno con essa. Questa immagine è stata scattata durante uno degli ultimi Photo Tour svolti in Patagonia. Lo scenario di certo non rievoca i monti selvaggi, le incredibili foreste, i ghiacciai o i celeberrimi cieli dell’estremo sud, richiama esattamente l’opposto. In Patagonia ci sono mondi nascosti, sconosciuti ai più. Le forme e i colori riportano a una sensazione di calore, come se ci trovassimo nel più arido dei deserti. Una presenza suggerisce la scala del territorio: no, non è un cammello! Il guanaco abita anche queste terre e scoprirlo senza averne nozione è un qualcosa di straordinario. Il mio spirito si proietta al suo fianco e mi pregusto così l’attimo in cui avrò l’opportunità di calpestare quelle terre selvagge e dimenticate, che per ora posso ammirare solo da lontano. Una perla inesplorata nell’immensità di un territorio già di suo poco conosciuto, come se non ci fosse fine allo scoperchiamento di quell'immaginaria matrioska che è la natura: non una scoperta dietro l’altra, una scoperta dentro l’altra. Life is beautiful.
Andrea